Mi è capitato un giorno di fare una breve apparizione in una campagna di uno sprovveduto gruppo di giocatori che, non conoscendomi, mi ha lasciato giocare (ghghghgh!).

Il mio personaggio, come spesso capita quando gioco a Vampiri, è un Gangrel che va per le spicciole. In questo caso è Frank Garner, un Ex-Stuntman molto abile nel combattimento, ma poco nel ragionamento.

Non ricordo come, ma dei cacciatori di vampiri ci invitano a far loro visita. Questo farebbe gioco alla Coterie, insabbiata in un punto morto e bisognosa di informazioni. Arriviamo al quartier generale dei cacciatori, e gli altri del gruppo hanno la brillante idea di suonare il campanello.

Fortunatamente, invece di ritrovarci sotto il tiro di lanciafiamme, non succede nulla. Preso atto di ciò, gli altri della Coterie si mettono a discutere sul da farsi. Mentre questo accade prendo l'iniziativa. Premesso che in tutte le azioni ho avuto una fortuna veramente sfacciata con i dadi, ecco cosa avrebbe visto un osservatore esterno:

Frank sfonda la porta con un calcio. Prima ancora che la porta tocchi terra, l'ha già scavalcata e sta correndo su per la scalinata dietro di essa. Raggiunge una seconda porta e sente qualcuno alle sue spalle intimare l'alt, quindi uno sparo, che lo manca. Frank si gira di scatto e grida: "È stato il tuo ultimo errore!". Prima ancora che le parole dell'altro possano toccare l'aria, il coltello che Frank ha lanciato lo raggiunge alla gola, uccidendolo. Frank pensa: "Che spreco di sangue". Dietro la seconda porta si sente lo scatto secco tipico di un fucile a pompa che viene caricato. Il nostro colpisce con un poderoso calcio all'indietro la porta che, scardinata, travolge l'uomo armato di shotgun, lasciandolo esanime. Frank entra nella stanza, appena in tempo per vedere l'ultimo superstite che preferisce gettarsi dal terzo piano piuttosto che affrontare il Gangrel. Risulterà essere l'unico sopravvissuto.

...mentre Frank osserva compiaciuto il suo operato, arrivano gli altri della Coterie, mormorando disperati "...dovevamo parlarci... dovevamo parlarci... dovevamo parlarci..."